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mercoledì, marzo 22

Vita da prof 

Tema: parla di un personaggio dello sport o dello spettacolo che ammiri e segui con passione.

- Ragazzi, che personaggio avete scelto?
- Io Ronaldinho!
- Io Jesse McCarthy!
- John Cena!
...
- Prof, lei che personaggio avrebbe scelto?
- Mmm... Francesco de Gregori?

- Bleah!
- Seee!
- Chiii?

Sigh.

lunedì, marzo 20

V 

V per vendetta è secondo me un film bello, nonostante i tanti difetti che ha.
E voglio provare a spiegarlo bene, questa volta.
La bellezza sta prima di tutto nelle emozioni che riesce a trasmettere, con un'atmosfera cupissima e terrificante, che ricorda quella di 1984, ma anche quella, come si sa, dei libri di storia. Sentimenti di rabbia, di dolore per le profonde ingiustizie e per la paura, che secondo me è davvero resa bene, che provano i protagonisti nei confronti di un regime totalitario che nega la libertà in ogni sua forma.
Completa e approfondita è la trattazione del tema: il potere che prende le mosse e si alimenta dal bisogno di sicurezza, la manipolazione per mezzo di una propaganda che sfrutta l'informazione completamente controllata dagli organi di governo, la necessità della rivoluzione, anche violenta, e della memoria. Il tutto proiettato in un futuro, impressionantemente vicino (il 2020), devastato dalle epidemie e dalle guerre batteriologiche.
I personaggi sono affascinanti: buona l'interpretazione della Portman e bella la figura dell'ispettore Deitrich.
I difetti sono di sceneggiatura, sostanzialmente: salti, buchi, mancanza di spiegazioni che disorientano e sviliscono una storia che con una coerenza e compattezza maggiori sarebbe stata perfetta.

Visto che ormai l'hanno fatto tutti... 

Il giochino è davvero simpatico, quindi perché non provarci?
Qusto il risultato:


domenica, marzo 12

La maledizione del coniglio mannaro 

Riguardo a Wallace & Gromit, il film animato che ha vinto l'Oscar, sono più critica degli amici cinebloggers che hanno dato cinque e quattro: non perché il film sia brutto, anzi, ma forse per un problema di aspettative. Aspettative falsate dal non aver visto il precedente lavoro della Aardman, Galline in fuga, probabilmente.
Comunque, l'episodio dello strampalato inventore mangiatore di formaggio e del suo fedele e intelligentissimo cane Gromit, figli sedicenni dell'animatore Nick Park, è davvero molto divertente, originale, ben fatto. Il primo tempo è decisamente sfolgorante, sia dal punto di vista grafico che della sceneggiatura; il secondo tempo, invece, perde un po' di smalto e di ritmo, purtroppo. Questo, insieme a una troppo schematica e macchiettistica caratterizzazione dei personaggi secondari, fanno scendere l'apprezzamento nei confronti di un lungometraggio che altrimenti sarebbe stato perfetto, specie nella divertente parodia dei film horror e nella citazione finale a King Kong, davvero spassosa.

giovedì, marzo 9

Oscar: commenti a freddo 

A scoppio ritardato voglio esprimere la mia enorme contentezza per la vittoria di Crash: sicuramente era il film più bello.
Inevitabile il riconoscimento alle interpretazioni di Philip Seymour Hoffman e di Clooney. Delle donne non so, perché i film non li ho visti.
Per la regia non avrei mai premiato Ang Lee, che ha fatto un film decisamente sopravvalutato, e, considerando le potenzialità del set e le capacità del regista, molto sotto le aspettative.
Per quanto riguarda invece il premio "Red Carpet" per il look, io premierei Uma Thurman, impeccabile nel lungo nudo di Versace; note di demerito per la, di solito meravigliosa Charlize Theron, con un abito troppo nero e pretenzioso, e per la Naomi Wats, sgraziata bomboniera.

domenica, marzo 5

Capote 

Il film di Bennett Miller non racconta la biografia, che pur sarebbe stata interessantissima, dello scrittore Truman Capote, ma la molto più interessante genesi del romanzo-verità A sangue freddo.
Dal momento in cui Truman ritaglia l'articolo di giornale che riporta la notizia dell'uccisione dei Cutters, al viaggio in Kansas insieme alla Harper Lee, fino all'incontro con i due assassini, l'amicizia con Perry, il romanzo che comincia a prender forma... Tutto il percorso viene descritto tenendo l'attenzione fissa sullo scrittore, sulla sua esuberante e anticonvenzionale personalità, sulle sue ombre e sui terribili conflitti interiori, la fedeltà alla sua arte che nel finale arriva a "devastarlo".
Il racconto è condotto per mezzo di accuratamente scelti momenti salienti: si passa da una panoramica dell'ozioso paesino del Kansas a un'aula di tribunale, dalla claustrofobica cella di Perry all'assolata Costa Brava, con incursioni nello scintillante mondo del jet set newyorkese, di cui Truman è star incontrastata. E i cambi di ambientazione funzionano bene per evidenziare le diverse facce della stessa America, quella moderna e intellettuale da una parte e quella borghese e benpensante dall'altra, quella sana e laboriosa e quella "malata", "storta", terribile, di cui ci si vorrebbe dimenticare. Proprio quest'ultima affascina tanto Capote, da volerla al centro del suo libro: la faccia del mostro, di Perry Smith, che appare a noi, come a Truman, agghiacciantemente umana e molto più simile a noi di quanto ci possa sembrare sopportabile, così come dice il protagonista nel film: "è come se io e Perry fossimo cresciuti nella stessa casa, e un giorno lui è uscito dalla porta sul retro e io da quella davanti".
Tutto nel film è perfetto e ci rende un perfetto e maestoso ritratto, di un artista e di una società.

sabato, marzo 4

Pronostico per Sanremo 

Che ho seguito diligentemente come una bambina brava.

1. I Nomadi
2. Dolcenera
3. Zarrillo