<$BlogRSDURL$>

giovedì, febbraio 26

A me mi piace così 

Da laureanda in "Storia della lingua italiana", so che quello che scrive Leonardo qui è sacrosanta verità. E che è giusto fregarsene di certe regole, non pensarci, scrivere e basta così come ci sembra giusto, che poi ci penseranno i grammatici a fare il loro lavoro. E anche secondo me "gli piacciono" è forma vivamente consigliata.
Ma. C’è che io qui scrivo cose così, come "c’è che io" appunto, con questo "c’è presentativo" che è tipico della lingua colloquiale e solo di quella, che uso il "che polivante" di continuo, che non mi curo più di tanto di scegliere il tempo e il modo verbale più appropriato, che mi piace assai di più la paratassi e iniziare le frasi con la "e" e col "ma".
Insomma scrivo in un italiano diffusamente disinvolto, e non mi faccio problemi.
Ma devo ammettere che, per quanto riguarda il "gli piacciono", sono "ipercorretta": non ci riesco a scriverlo. E non so se sia per via delle bacchettate sulle dita prese alle scuole elementari (bacchettate metaforiche, ovvio). Ma io scrivo, sempre, "piacciono loro", o anche "piacciono a loro". E' così. E' un mio vizio, e non mi riesce di smettere.
Anche perché mi sa che è così che mi piace di più.