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lunedì, giugno 20

Dawson! Le mutande! 

Oggi mentre mi guardavo Dawson's creek, la prima puntata della prima serie, durante la "pippata" del dialogo tra Dawson e Joey, quello famoso del "che ne sarà di noi", non potevo far a meno di pensare all'altrettanto famosa battuta del padre di Caruso Paskosky nel film di Nuti.
Delle due cose una: o sto diventando "ghiozza" come una scaricatrice di porto, o cinica come una blogger.

giovedì, giugno 16

Il figlio del calzolaio va in giro con le scarpe rotte 

Trovo che Padri e figli sia una fiction piacevole, se non altro per Silvio Orlando e la Massironi, con dialoghi quasi sempre ben scritti, e un'ambientazione interessante.
Purtroppo è inverosimile in un modo troppo esagerato. A parte i figli di questi due che son figli che non esistono da nessuna parte; ma, faccenda più grave, è mai possibile che in una famiglia dove il padre fa lo psicologo e la madre è ginecologa, entrambi occupati in un consultorio, che per chi lo ignorasse è quel posto che offre consulenza e assistenza gratuita a giovani e famiglie per problemi socio-sanitari, in particolar modo legati alla sfera della sessulità; è mai possibile dicevo che in una famiglia del genere capiti che il figlio diciottenne metta inavvertitamente incinta la fidanzata, e contemporaneamente la madre rimanga a sua volta vittima di una gravidanza indesiderata? E soprattutto è mai possibile che il padre, alla dichiarazione della figlia sedicenne per cui a lei piacerebbero i ragazzi "scafati" e quello con cui al momento uscirebbe, tale Spider, sarebbe "scafatissimo", è mai possibile che il padre, visti i precedenti, non se la prenda e chiuda in casa, per almeno diciamo altri cinque o sei anni?

mercoledì, giugno 15

Falsi miti 

Non so perché nel mio immaginario 28 giorni dopo era diventato una sorta di film di culto, che dovevo vedere assolutamente. Oltre tutto non mi sembra che qualcuno me ne abbia mai parlato in toni così entusiastici, anche se effettivamente me ne hanno parlato, anzi è uno di quei film che inspiegabilmente nelle conversazioni cinefile ogni tanto salta fuori. E poi, dopo averlo visto l'altra sera, mi sono ricordata che a suo tempo quando uscì al cinema lo scartai perché il mio intuito non me lo aveva reso affatto attraente.
E avevo ragione.
L'unica cosa veramente interessante è, e poi mi sono ricordata anche che di questo alla fine tutti parlano quando accennano a questo film, la splendida passeggiata iniziale nella Londra deserta: gli scorci delle architetture, la penombra, il misterioso immobilismo della città abbandonata. Dal momento in cui tutto è rivelato diventa un film splatter uguale a tanti altri, che non sa veramente di nulla.
Forse era meglio non vederlo, avrei continuato a figurarmi che Danny Boyle avesse fatto almeno un film bello.

martedì, giugno 14

Free Katie 

Lo so che il goliardico obiettivo di questo sito non è altro, in definitiva, che quello di fare un po' di soldi vendendo due magliette.
Però il fine è ugualmente nobile e lo condivido profondamente: liberiamo la piccola Joey Potter!
Che è tanto una ragazza carina, e poi ha la mia età, e il Tom Cruise per quanto ben conservato i suoi quaranta l'avrà già superati da un pezzo, oltre al fatto che si è fritto il cervello con Scientology e, altra questione non trascurabile, è stato insieme alla Kidman, e come dice Manu, uno che è stato a letto con la Kidman può considerarsi a posto per tutto il resto della sua vita.

(via studiocelentano.it)

sabato, giugno 11

In bilico tra santi e falsi dei 

Ieri sera, a Empoli e gratis, concerto dei Negramaro .
Dovevamo andarci, visto che ultimamente non ascolto altro, in pratica.
Bravi, rendono dal vivo, gran voce.
Come tutti questi giovani gruppi ripropongono un po' troppo il cd così com'è, senza starci a far troppe varianti (loro addirittura la stessa scaletta)... ma vanno capiti: i ragazzi si devon far conoscere.
Comunque, altro bel "chiappo" della signora Cascodoro Caselli: complimenti.

giovedì, giugno 9

A proposito di Referendum e pensionati 

Divertente questo aneddoto capitato a Antonio (via Mae*).
Intanto, il mio comune ha infelicemente pensato di organizzare i soggiorni estivi per i pensionati facendoli partire per Rimini l'11 giugno, proprio il giorno prima del Referendum, non dando quindi loro la possibilità di andare a votare.
L'altro giorno nel centro per anziani in cui faccio volontariato lo facevo notare ad una delle signore che partono per il soggiorno. E lei mi risponde: "Tanto io non sarei andata comunque". Si alza un'eco di "ah, nemmeno io ci vado" e simili. Mi viene quindi in mente di fare un rapido sondaggio tra le simpatiche e quasi tutte ultraottantenni signore presenti (persone affatto stupide o poco istruite, ci tengo a precisarlo). Risultato: la quasi totalità non andrà a votare perché non ha capito per cosa si vota, o non è interessata all'argomento, una non va perché così le ha detto di fare il prete, una perché parte per il suddetto infelice soggiorno.
Sconfortante.

mercoledì, giugno 8

Senilità 2 

Altro indubbio segno che sto invecchiando (la prima "illuminazione" qui).
Quando guardo un film che mette in scena uno scontro generazionale (prendiamo per esempio il menzionato ieri Dillo con parole mie) e mi immedesimo con quella, delle due parti, che ha quindici anni più dell'altra.
E la cosa tragica è che lì per lì questo mi sembra perfettamente normale.

martedì, giugno 7

Ode alla tv estiva 

Tra le tante cose che mi piacciono dell'estate una è senzaltro la televisione: finalmente alleggerita dai palinsesti acchiappa-audience, si comincia a riempire di trasmissioni sperimentali e interessanti, repliche di vecchie serie e telefilm, e soprattutto, cosa rarissima durante tutto il resto dell'anno, veri film.
Così capita che ci si può passare una serata come quella offerta da canale 5 ieri sera, con ben due film che non avevamo visto e che ci interessava vedere, uno di seguito all'altro.
Con una così rarissima manna pure la pubblicità diventa sopportabile.

Per quanto riguarda i film: Dillo con parole mie, è una commedia mediocre, con pochi sprazzi di brillantezza, e con personaggi veramente improbabili, peccato. Kissing Jessica Stein, invece, anche questa, come quella di Luchetti, storia tutta al femminile, è un film delizioso e curatissimo, soprattutto nell'originalità dei dialoghi: veramente piacevole.

lunedì, giugno 6

Un infausto inizio 

Tempo fa, dopo la visione del film, che ci era piaciuto parecchio, cercammo invano per librerie il primo volume della serie di Lemony Snicket.
Finalmente la scorsa settimana l'abbiamo trovato e comprato.
A parte la commessa che, candidamente, ci chiede "Confezione regalo?" e Manu, sfacciatamente, "No, ce lo leggiamo noi". A parte che non capisco che c'è di male in due adulti che si leggono un libro per ragazzi. A parte che me lo sono letto sabato al mare e sotto il sole, senza accorgermi che mi stavo praticamente arrostendo. A parte tutto questo che forse ha influito, devo ammettere che ho trovato il romanzo più debole del film, meno divertente, e soprattutto meno incisivo nella caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti.
Sarà che nella trasposizione cinematografica aiutavano l'allestimento scenico, la fotografia e l'ottimo trucco (non a caso premiato con l'Oscar), oltre all'interpretazione di Carrey. Comunque anche per il libro vale il plauso all'originalità della narrazione, al modo in cui l'autore strizza l'occhio ai suoi lettori e li guida cinicamente lungo il percorso verso quello che, lo mette in chiaro fin dall'inizio, non sarà un racconto allegro, e non avrà un lieto fine.
Non so se leggerò il seguito dei libri (magari li cercherò in biblioteca invece di comprarli), ma se faranno un seguito del film lo andrò a vedere di sicuro.

giovedì, giugno 2

L'Emiliano innamorato 

L'Emiliano innamorato di Gianluca Di Dio è uno di quei casi in cui un libro che di per sé non è un granché, mi colpisce e mi appassiona perché me lo trovo in qualche modo affine e mi fa pensare che nonstante tutto mi sarebbe piaciuto scriverlo a me.
La storia è ordinaria: un ragazzino in età ancora preadolescenziale fa i conti contemporaneamente con la nascita di due amori, quello per la "strabella" Anita e quello per i poemi cavallereschi; e proprio grazie alla lettura e rielaborazione degli ideali dell'antica cavalleria riesce a conquistare la ragazzina.
Quello che non mi è piaciuto del romanzo è lo stile, troppo teso nello sforzo di mimare un parlato infantile: ne esce un impasto posticcio, che si legge bene, ma non ha una vera identità e rischia a lungo andare di essere monotono.
Quello che mi è piaciuto è il tono in cui è raccontata questa storia di "armi e amori": con gran cuore, con un calore che finisce per coinvolgere.
E poi mi sono piaciute piccole trovate: le piccole cose del mondo infantile che fanno sorridere per quanto sono assurde e tenere.
E i ragionamenti, come in questo passaggio, e in altri simili, che solo per questi il libro merita di essere letto:
"Le madri sembra che non capiscono mai niente, ma alla fine non è mica vero... in fondo sono femmine anche loro, no?"
"Be' e allora?"
"Eh, allora le femmine capiscono di più, perché... perché vedono le cose da più parti"
"Come da più parti?" chiedo io interessato.
"Per esempio: loro son capaci di mettersi sia la gonna che i pantaloni! Prova tu a metterti la gonna e andare in giro..."