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mercoledì, giugno 30

Diario del mare 

Eccomi di ritorno...
Dopo due settimane di astinenza dalla tastiera pensavo di aver disimparato a digitare, invece a quanto pare è come con la bicicletta.
Intanto, ho pensato a tirare le orecchie a Manuele per aver totalmente trascurato la nostra casetta virtuale e avermela fatta ritrovare piena di ragnatele: è proprio vero gli uomini da soli non sanno cavare un ragno da un buco.
Allora. Dove sono stata e cosa ho imparato in questi giorni. Intanto che non esistono internet point a Lido di Camaiore in Versilia (che è dove sono stata), cosa che converrete ha dell'incrediblie; oppure sono io che non l'ho trovati, cosa ancora più incredibile, visto che l'ho cercato in lungo e in largo (ma il mio livello di "rintronamento" nei mesi estivi cresce esponenzialmente insieme alle temperature, quindi tutto è probabile).
Cosa sono andata a fare. Non in vacanza al mare, o almeno non una vera vacanza in senso stretto, visto che ero responsabile di un bel gruppo di venti allegri pensionati, in età compresa tra i 67 e gli 87 anni: 13 vedove, una "zitella" (così si definisce lei, non è che sono io irriverente) e tre coppie sposate (una da ben 59 anni!).
Cosa ho imparato: che il compito principale di un accompagnatore di soggiorni estivi per la terza età è quello di fare assistenza per i telefonini cellulari ("come si accende", "come si spegne", "come si fa a leggere i messaggi", "come si fa a telefonare", ecc.), oltre a richiamare all'attenzione quelli un po' duri d'orecchie che il loro apparecchio sta insistentemente squillando invano con la suoneria della "Vecchia fattoria". Altra cosa che ho imparato è che anche le più malandate settantenni sono capaci di: uno, alzarsi la mattina alle sei per andare a camminare; due, mangiare come leoni a tavola e digerire anche i chiodi; tre, andare in spiaggia e piazzarsi sotto il sole già alle due del pomeriggio; quattro, cenare e uscire di nuovo a camminare fino a mezzanotte; in ultimo camomilla e a letto e ripartire da capo il giorno dopo. Roba che a me mi manderebbe ko dopo il primo giorno... ehm.
Altre cose imparate: giocare a bocce (benino), giocare a briscola (ci ho provato, ma non mi è riuscito, visto che hanno provato ad insegnarmi in venti, tutti insieme, dicendomi "butta quella butta quell'altra" e litigando tra loro... ma è stata una scenetta divertente), ballare il liscio (per cui ho scoperto avere un talento naturale: almeno così mi hanno detto).
Per fortuna tutti sono stati bene e tranne un attacco di tachicardia, subito il secondo giorno, presto risolto al pronto soccorso, non ci sono stati altri malori.
A me un po' ieri mi è venuto da piangere a salutarli.
Ah, e a casa mi porto una marea di storie bellissime che mi hanno raccontate, un libro di Mario Tobino su Viareggio e una discreta tintarella.