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giovedì, ottobre 14

Hero 

Paolo Uccello - La battaglia di San Romano Ieri sera, uscita dal cinema dopo aver visto Hero, ho pensato che non sarei stata capace di esprimere un vero giudizio sul film: belle scene, spettacolari, ma dialoghi niente di che e la storia... mmm... Ho pensato che non sapevo se realmente mi era piaciuto o meno.
Stamani mattina mentre facevo colazione, ripensandoci, mi è venuto in mente
Paolo Uccello e la sua Battaglia di San Romano (tre tavole di cui una a Firenze, le altre due a Parigi e Londra), San Romano che tra l'altro è pure vicino casa mia (c'è la stazione dove prendo il treno).
La caratteristica principale delle sue opere era che avevano due colori dominanti: il verde e il rosso. La Battaglia di San Romano è una spettacolare battaglia araldica, surreale, geometrica, fortemente scorciata: bellissima da vedere, ma ferma. Paradossalmente il dinamismo che Paolo infonde ai cavalli si tramuta in un senso di "immobilismo".
In Hero per l'appunto è questo che ci ho sentito: una spettacolare costruzione di effetti speciali e cromatici. Tutti quei voli, quelle riprese dall'alto sull'imponente esercito, i primi piani su sguardi intensi. E poi l'aristocratica nobiltà dei personaggi: veri eroi mitici, paragonabili ai nostri Enea e Achille, Orlando e Rinaldo, Lancillotto e Tristano. Eroi leggendari, legati alle origini di un impero. Ma solo alla fine, nel triste epilogo della storia d'amore tra "Spada spezzata" e "Neve che vola" esce un guizzo di umanità, e forse anche nel dolente personaggio dell'allieva di Spada, che tra l'altro dà vita, con Neve, al più bel combattimento, di tutto il film: quello nel bosco di foglie gialle.