mercoledì, dicembre 22
L'incantesimo del Natale
E' così ogni anno. Ogni volta penso che non sarà più possibile, che ormai sono troppo grande e annoiata, che certe cose, sentimentalismi insignificanti, non mi toccheranno più.
Eppure ogni anno ci ricado, dentro fino al collo, in questo melensissimo clima natalizio, di buoni sentimenti e allegria ebete.
Succede per caso, in un momento a caso della settimana che precede il venticinque di dicembre: o mentre faccio l'albero litigando con mia sorella per come vanno messe le luci, o quando il mio babbo mette su il logoro e orrendo trentatre giri con le canzoni natalizie, o mentre ragiono con mamma del menù per il pranzo, oppure m'imbatto per caso in un vecchio film alla televisione, o mi capitano in mano vecchi libri di quand'ero bambina, tipo Piccole donne o Robin Hood .
Ogni anno il motivo è diverso, ma io finisco per risentirmi allo stesso modo: commossa, felice, languidamente propensa a buone azioni e tutta vibrante di buon vecchio spirito natalizio.
Quest'anno è successo durante la festa che abbiamo organizzato per i centri degli anziani: festa di fine anno per farsi gli auguri, bella cornice del convento dei frati francescani, immenso presepe d'arte, coro di bambini e babbo natale.
Proprio mentre cantavano queste ragazzine bravissime, dirette da un talentuoso soprano, le solite canzoni di Natale... è risuccesso l'irreparabile e mi sono ritrovata, come in trance, a battere le mani sul ritornello di Jingle bells a distribuire entusiasticamente auguri e sorrisi, baci e abbracci, a brindare con spumante dolce in bicchieri di plastica e addentare pandori (ahi!).
C'è qualcosa di stregato nel Natale, sempre pensato: il prossimo anno mi premunisco con buon anticipo di un esorcista.
Buone feste a tutti, eh!
Eppure ogni anno ci ricado, dentro fino al collo, in questo melensissimo clima natalizio, di buoni sentimenti e allegria ebete.
Succede per caso, in un momento a caso della settimana che precede il venticinque di dicembre: o mentre faccio l'albero litigando con mia sorella per come vanno messe le luci, o quando il mio babbo mette su il logoro e orrendo trentatre giri con le canzoni natalizie, o mentre ragiono con mamma del menù per il pranzo, oppure m'imbatto per caso in un vecchio film alla televisione, o mi capitano in mano vecchi libri di quand'ero bambina, tipo Piccole donne o Robin Hood .
Ogni anno il motivo è diverso, ma io finisco per risentirmi allo stesso modo: commossa, felice, languidamente propensa a buone azioni e tutta vibrante di buon vecchio spirito natalizio.
Quest'anno è successo durante la festa che abbiamo organizzato per i centri degli anziani: festa di fine anno per farsi gli auguri, bella cornice del convento dei frati francescani, immenso presepe d'arte, coro di bambini e babbo natale.
Proprio mentre cantavano queste ragazzine bravissime, dirette da un talentuoso soprano, le solite canzoni di Natale... è risuccesso l'irreparabile e mi sono ritrovata, come in trance, a battere le mani sul ritornello di Jingle bells a distribuire entusiasticamente auguri e sorrisi, baci e abbracci, a brindare con spumante dolce in bicchieri di plastica e addentare pandori (ahi!).
C'è qualcosa di stregato nel Natale, sempre pensato: il prossimo anno mi premunisco con buon anticipo di un esorcista.
Buone feste a tutti, eh!