domenica, aprile 3
La febbre

La storia è ambientata in una graziosa Cremona, tra centro storico e nebbiosa campagna, interni di case piccolo-borghesi e uffici pubblici.
La regia di D'Alatri si impreziosisce di giusto un paio di idee carine (le scene oniriche soprattutto), ma che in mezzo al gran calderone di materiale che mette al fuoco quasi tendono più a stonare che a far colore.
Il difetto più grosso di questo, come del precedente Caso mai, è secondo me la "didascalicità" con cui il regista racconta la sua storia, che vuol essere, in entrambi i casi, esemplare appunto, troppo, perdendo di vista l'umanità e la naturalità dei sentimenti e degli eventi. Ne risulta anche stavolta una vicenda forzata e esagerata in quelli che sono i suoi snodi principali, che perde di interesse nel momento in cui lo spettatore non la sente più vicina alla sua realtà.
Peccato.
Mi associo a Kekkoz nell'elogiare la colonna sonora dei Negramaro, davvero la cosa migliore del film.