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giovedì, maggio 26

Quando sei nato non puoi più nasconderti 

Giordana riesce meglio nelle opere a più ampio respiro, come il bellissimo La meglio gioventù (ne scrissi brevemente - com'è abitudine di questo blog per altro, e spero che di ciò ce ne sarete grati - qui e qui). E come dimostra, secondo me, il suo nuovo.
Non che sia un brutto film, ma è terribilmente limitato.
Limitato da un preambolo troppo lungo e didascalico, dal rischio continuo e purtroppo in alcuni punti verificatosi di scivolare sul luogo comune, da un patetismo che viene fuori prepotentemente in tutta la seconda parte, infine da una disattenzione nei confronti dei personaggi. E questa è per me la carenza più grossa: mancano punti di riferimento emotivi; si rimane generalmente ma moderatamente toccati da tutta la vicenda, ma ammettiamolo, non più di quanto lo siamo tutti i giorni quando leggiamo il quotidiano, non quanto dovremmo esserlo guardando un film che parla di argomenti così a noi vicini. E questo perché di questi qua, alla fin fine, di Sandro, del Popi, di Radu e Alina, non ce ne importa proprio nulla: non riesce, Giordana, in due ore di pellicola a farceli entrare nel cuore, nemmeno un poco.
Comunque, non è un brutto film, ci tengo a riprecisarlo, e merita, quanto meno per la lunga e suggestiva, e quella davvero bella, sequenza di Sandro in mare: quelle riprese a pelo d'acqua...