lunedì, maggio 30
Quo Vadis, Baby?
Quo Vadis, Baby? è un film dal fascino dark e squisitamente femminile. Forse non è un caso che sia piaciuto a me e non a Manuele.
Costruito tutto intorno alla protagonista, Giorgia Cantini (una straordinaria Angela Baraldi), una "dura", un investigatore privato che passa le sue serate a dividersi la scatoletta con il gatto e le giornate tra i drammi familiari dei suoi clienti e la palestra dove tira di boxe, che non ama il cinema né la buona cucina. L'indagine, che coinvolge il suo passato (la morte in coicidenze analoghe della madre e della sorella Ada) non è che un pretesto per parlare di lei, per indagare il suo intimo, e per farle chiudere definitivamente i conti con quello che è stato. In definitiva un "romanzo di formazione".
E se la trama è delle più classiche che ci sia, addirittura scontata e in alcuni punti sciatta e monotona, l'ambientazione, la fotografia, anche grazie credo (io non me ne intendo) al fatto che il film sia interamente girato in digitale, è da applausi.
Insomma, un film che si nutre di piccole cose, di perle di personaggi e di dialoghi, che parla anche tanto di cinema, con un tributo, a partire dal titolo, ad un grande "cult movie" e che suggestiona anche grazie ad una azzeccatissima colonna sonora: in proposito tengo a sottolineare la bellissima Impressioni di settembre, sia nella versione originale dei PFM sia cantata dalla stessa talentuosa Baraldi.
Costruito tutto intorno alla protagonista, Giorgia Cantini (una straordinaria Angela Baraldi), una "dura", un investigatore privato che passa le sue serate a dividersi la scatoletta con il gatto e le giornate tra i drammi familiari dei suoi clienti e la palestra dove tira di boxe, che non ama il cinema né la buona cucina. L'indagine, che coinvolge il suo passato (la morte in coicidenze analoghe della madre e della sorella Ada) non è che un pretesto per parlare di lei, per indagare il suo intimo, e per farle chiudere definitivamente i conti con quello che è stato. In definitiva un "romanzo di formazione".
E se la trama è delle più classiche che ci sia, addirittura scontata e in alcuni punti sciatta e monotona, l'ambientazione, la fotografia, anche grazie credo (io non me ne intendo) al fatto che il film sia interamente girato in digitale, è da applausi.
Insomma, un film che si nutre di piccole cose, di perle di personaggi e di dialoghi, che parla anche tanto di cinema, con un tributo, a partire dal titolo, ad un grande "cult movie" e che suggestiona anche grazie ad una azzeccatissima colonna sonora: in proposito tengo a sottolineare la bellissima Impressioni di settembre, sia nella versione originale dei PFM sia cantata dalla stessa talentuosa Baraldi.