<$BlogRSDURL$>

giovedì, luglio 20

Cinema sotto le stelle 2. Rubini è sempre Rubini. 

La terra di Rubini, secondo recupero estivo, è un film bellissimo.
A parte che Rubini è sempre Rubini e i suoi film , sia quelli che lo vedono in veste di attore, sia soprattutto quelli come regista, e attore, sono sempre particolari, tragicomici, morbosi, e a me piacciono molto. E lo stesso vale per Bentivoglio.
La terra ha un qualcosa di molto italiano nella trama, ma senza scadere nel trito.
Stamani ho incontrato una signora che anche lei ha visto il film ieri sera e mi ha detto: "Ci ho rivisto quello che ho vissuto io qualche anno fa, quando sono tornata giù in Sicilia per vendere la terra dei miei. Omicidio a parte, ovviamente". Ecco, a me picciono questi film qua, che li senti come "veri".
La storia è ambientata nella provincia pugliese: Luigi, professore di filosofia che vive a Milano, ritorna dopo la morte del padre nella terra di origine per sistemare con i tre fratelli l'eredità. L'impresa è affatto facile, per i diversi caratteri dei fratelli e per i conflitti tra loro, e il compassato professore in pochi giorni recupera tutta la sua "pugliesità" sopita.
La trama è ricca di avvenimenti e misteri: un omicidio, un giallo, tradimenti. Gli attori sono tutti ottimi. La regia è molto efficace: scene teatrali , le riprese dall'alto in stile western, i paesaggi stupendi e brulli, dove sembra che niente di moderno sia mai arrivato, e che ancora resistono in molte province, specie al sud.
Colonna sonora coinvolgente.
La scena sui titoli di coda è geniale. Da vedere, non si può raccontare altro che sennò si sciupa tutto.