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martedì, luglio 25

Cinema sotto le stelle 3. La scuola è un brutto carcere. 

Il fatto che tre su tre dei film che per ora abbiamo scelto di vedere al cinema estivo siano film italiani, e anche, chi più chi meno, buoni film italiani, dovrebbe dirla lunga sulle scelte di distribuzione, sempre più che discutibili, che vengono fatte qua in Italia.
Comunque, La guerra di Mario è un film con tanti spunti carini e affronta un tema davvero interessante, quello degli affidamenti temporanei.
La Golino interpreta l'aspirante madre di Mario, bimbo con una famiglia naturale disastrata e con conseguenti problemi di comportamento. Nel contorno c'è il compagno di lei che vede compromesso il loro rapporto per questa nuova presenza, ci sono le assistenti sociali, i giudici, la scuola, la madre di Mario: insomma, tutto un contorno di situazioni che servono per illustrare, in modo anche a volte didascalico, tutto l'iter, affatto facile, da affrontare per diventare genitori adottivi.
Quello che mi è piaciuto di questo film è la caratterizzazione dei personaggi, non scontata: lei, debole, permissiva, legata ad una visione idilliaca del rapporto genitori-figli; lui, intelligente, desideroso d'amore ma incapace di viverlo.
Facile sarebbe stato, con un discorso così, cadere nel melenzo, invece qui non accade. I due invece di far tenerezza, di commuovere, fanno venire il nervoso: la Golino per le sue smancerie, per l'incapacità di essere severa, per la sua inadeguatezza; il bambino per la sua incoscienza e impertinenza, che ti fa venir voglia di sfondare lo schermo per dargli uno schiaffo.
A parte questo, però, il film non emoziona, ed è il suo difetto: una volta finito di vederlo ti rimane poco, e anche se ti passa abbastanza bene, non risparmia, a tratti, un po' di noia.