martedì, maggio 18
una volta mia
Mia è la protagonista del romanzetto breve di Martino Gozzi, edito da peQuod, comperato alla Fiera del libro, e di cui dicevo essermi subito pentita. Il mio pentimento derivava dall'aver visto cose nella bandella di presentazione dell'autore, cose che avevano a che fare con un certo scrittore e con una certa scuola, e che mi avevano fatto poco ben pensare. In compenso ne avevo letto abbastanza bene in giro qua e là e perciò ero curiosa. Insomma, lo comprai, nonostante tutto, pentendomene lì per lì, come già detto, e pentendomene ancora di più, dopo averlo letto.
Faccio un po' di spoiler.
Questa Mia, che è un nome, il nome della protagonista appunto, vorrebbe essere una specie di eroina della "favola moderna" che questo libretto mi sembra di aver capito dovrebbe rappresentare. E' una sorta di Pippi Calzelunghe, dai vestitini leggeri e le treccine da porco, che ha come caratteristica particolare quella di essere una specie di radio ambulante, capace di emettere musica così, spontaneamente, come ridere o piangere. Una mattina decide di salire a bordo del suo maggiolino guarda caso rosa, lasciando a letto il fidanzato Amos, sincerandosi che tutte le finestre di casa siano ben sbarrate e girando simpaticamente le manopole del gas. Il povero Amos, che poi si scoprirà fare di secondo nome Highlander, avrebbe come unica sua colpa quella di essere un tipo eccessivamente taciturno e di non essere bravo a suonare la chitarra. Inizia così un viaggetto per questo paese che non si sa che paese sia: pieno di pascoli e mucche e campi da baseball e distributori di benzina in mezzo al deserto e fiumi e ridenti cittadine... E poi ci sono gli incontri: con i gestori dei distributori, con i bambini patiti di baseball, con i pescatori, con i mariti traditi, con le vedove allegre... E poi c'è un tal cantante che dovrebbe fare un concerto in una determinata città, e siccome Mia è fissata con il tal cantante, lei vuol vedere a tutti i costi quel concerto.
Non dico come va a finire, caso mai vi siate appassionati e decidiate di leggerlo, in fondo anche se è di una noia pazzesca è di un vuoto deprimente, è anche solo 95 pagine tutto compreso, e ha una bella copertina e un titoletto carino... a qualcuno potrebbe anche venir voglia di comperarlo... ehm.
Faccio un po' di spoiler.
Questa Mia, che è un nome, il nome della protagonista appunto, vorrebbe essere una specie di eroina della "favola moderna" che questo libretto mi sembra di aver capito dovrebbe rappresentare. E' una sorta di Pippi Calzelunghe, dai vestitini leggeri e le treccine da porco, che ha come caratteristica particolare quella di essere una specie di radio ambulante, capace di emettere musica così, spontaneamente, come ridere o piangere. Una mattina decide di salire a bordo del suo maggiolino guarda caso rosa, lasciando a letto il fidanzato Amos, sincerandosi che tutte le finestre di casa siano ben sbarrate e girando simpaticamente le manopole del gas. Il povero Amos, che poi si scoprirà fare di secondo nome Highlander, avrebbe come unica sua colpa quella di essere un tipo eccessivamente taciturno e di non essere bravo a suonare la chitarra. Inizia così un viaggetto per questo paese che non si sa che paese sia: pieno di pascoli e mucche e campi da baseball e distributori di benzina in mezzo al deserto e fiumi e ridenti cittadine... E poi ci sono gli incontri: con i gestori dei distributori, con i bambini patiti di baseball, con i pescatori, con i mariti traditi, con le vedove allegre... E poi c'è un tal cantante che dovrebbe fare un concerto in una determinata città, e siccome Mia è fissata con il tal cantante, lei vuol vedere a tutti i costi quel concerto.
Non dico come va a finire, caso mai vi siate appassionati e decidiate di leggerlo, in fondo anche se è di una noia pazzesca è di un vuoto deprimente, è anche solo 95 pagine tutto compreso, e ha una bella copertina e un titoletto carino... a qualcuno potrebbe anche venir voglia di comperarlo... ehm.