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lunedì, settembre 19

Buona notte, e buona fortuna 

Dando per scontato che il film di Clooney è stupefacente: attori, fotografia, ritmo perfetti, siparietti jazz da brividi ecc. Tralasciando anche il mio disagio, tutto personale, nei confronti di una pellicola che aveva ritmo, fotografia e attore (Robert Downey jr) del corto di Soderbergh (per caso co-produttore anche qua) in quell'imbarazzante Eros dell'anno scorso. Comunque sia questo film, per quanto sia fatto bene, con tutti gli attributi del caso e anche di più, continua a farmi nutrire dei dubbi, dettati soprattutto dall'indifferenza con cui l'ho guardato: forse causata sempre da quel disagio di cui sopra, o forse dal freddissimo bianco e nero, oppure semplicemente dal fatto che questi personaggi si muovono e parlano senza dimostrare o tradire la benché minima emozione, senza batter ciglio cascasse loro addosso il mondo.
Non lo so, ma sembra quasi che Clooney abbia fatto qui la sua tesina di laurea, con relatore il professor Soderbergh (e controrelatore chi? Bush?): a Venezia la lode non gliel'hanno data. Non gliel'avrei data nemmeno io.