sabato, marzo 26
Buona Pasqua!
giovedì, marzo 24
Amabili resti
Il romanzo della Sebold è, per un buon numero di motivi, un gran romanzo: per un’idea semplice quanto azzeccata, ad esempio, quella di far raccontare una storia, la sua storia e quella della sua famiglia, a una ragazzina morta uccisa da un serial killer, una voce tenera e fresca, distaccata ma ancora piena di affetti terreni.
Attraverso gli occhi eternamente quattordicenni di Susie, vediamo il dolore lacerante dei genitori, le indagini, vediamo il suo assassino, i suoi amici, come crescono sua sorella e suo fratello.
E intravediamo anche il mondo in cui Susie è andata a stare, un aldilà luminoso fatto di sogni e desideri.
La voce di Susie è una voce particolare perché, come ho scritto, ha il distacco della morte ma anche ancora un certo attaccamento alle passioni terrene; sua caratteristica è una sorta di struggimento, di invidia, per quella vita che vede vivere ai suoi coetanei e che a lei è stata negata: l'amore, gli studi. Ma sua è anche una comprensione ultraterrena, che ci permette di guardare ai fatti che coinvolgono la sua famiglia (e di cose ne succedono tante) da un punto di vista neutro, privo di pregiudizi e di patetismi.
Alla fine quello che mi ha lasciato questo libro, strano a dirsi, è stato un senso di ottimismo, di serenità, ed è difficile da spiegare il perché, soltanto a leggerlo lo si può capire.
Attraverso gli occhi eternamente quattordicenni di Susie, vediamo il dolore lacerante dei genitori, le indagini, vediamo il suo assassino, i suoi amici, come crescono sua sorella e suo fratello.
E intravediamo anche il mondo in cui Susie è andata a stare, un aldilà luminoso fatto di sogni e desideri.
La voce di Susie è una voce particolare perché, come ho scritto, ha il distacco della morte ma anche ancora un certo attaccamento alle passioni terrene; sua caratteristica è una sorta di struggimento, di invidia, per quella vita che vede vivere ai suoi coetanei e che a lei è stata negata: l'amore, gli studi. Ma sua è anche una comprensione ultraterrena, che ci permette di guardare ai fatti che coinvolgono la sua famiglia (e di cose ne succedono tante) da un punto di vista neutro, privo di pregiudizi e di patetismi.
Alla fine quello che mi ha lasciato questo libro, strano a dirsi, è stato un senso di ottimismo, di serenità, ed è difficile da spiegare il perché, soltanto a leggerlo lo si può capire.
domenica, marzo 20
C'è sempre qualcosa
Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi è una favola gotica, basata su di una serie di libri per ragazzi, editi in Italia da Salani.
Il film è divertentissimo, con un Jim Carrey in forma perfetta, e perfetto nella parte del "cattivone", e il resto del cast di tutto riguardo, da Jude Law a Meryl Streep, fino a Dustin Hoffman.
Come nella più classica delle favole, protagonisti sono tre sfortunati orfanelli, i fratelli Baudelaire, perseguitati dal perfido conte Olaf, intenzionato a mettere le mani sulla loro eredità. E sempre come da tradizione, i tre eroi sono intelligenti e creativi, molto più "in gamba" dell'antagonista e degli adulti che dovrebbero aiutarli ma non riescono perché incapaci di vedere al di là delle apparenze e di dar loro fiducia.
Tutto nella norma, quindi. L'originalità sta però nella narrazione: nella voce che racconta e che sconsiglia ad ogni passo di andare avanti nella visione perché ci aspettano eventi sempre più tristi e sfortunati; e nell'umorismo nero e cinico che dà colore e spensieratezza; oltre a un paio di momenti di vera tensione e di salti sulla poltrona.
Una menzione d'onore va alla favolosa fotografia e alla carinissima animazione dei titoli di coda.
Un film per grandi e per piccini, assolutamente da vedere, secondo me.
E spero che ci sarà presto un continuo, per intanto io credo che passerò in libreria.
Il film è divertentissimo, con un Jim Carrey in forma perfetta, e perfetto nella parte del "cattivone", e il resto del cast di tutto riguardo, da Jude Law a Meryl Streep, fino a Dustin Hoffman.
Come nella più classica delle favole, protagonisti sono tre sfortunati orfanelli, i fratelli Baudelaire, perseguitati dal perfido conte Olaf, intenzionato a mettere le mani sulla loro eredità. E sempre come da tradizione, i tre eroi sono intelligenti e creativi, molto più "in gamba" dell'antagonista e degli adulti che dovrebbero aiutarli ma non riescono perché incapaci di vedere al di là delle apparenze e di dar loro fiducia.
Tutto nella norma, quindi. L'originalità sta però nella narrazione: nella voce che racconta e che sconsiglia ad ogni passo di andare avanti nella visione perché ci aspettano eventi sempre più tristi e sfortunati; e nell'umorismo nero e cinico che dà colore e spensieratezza; oltre a un paio di momenti di vera tensione e di salti sulla poltrona.
Una menzione d'onore va alla favolosa fotografia e alla carinissima animazione dei titoli di coda.
Un film per grandi e per piccini, assolutamente da vedere, secondo me.
E spero che ci sarà presto un continuo, per intanto io credo che passerò in libreria.
venerdì, marzo 18
Questione di lemma
Non so quanto sia significativo, ma di certo per me è curioso, che il primo tra i lemmi più consultati della versione on-line del De Mauro - Paravia sia cazzo.
Mi ha fatto tornare in mente quando a scuola si cominciava a studiare la lingua straniera, e le prime ricerche fatte sul dizionario bilingue: che le prime cose che si imparano in una nuova lingua, si sa, sono le parolacce. Non sapevo che ci fosse chi si divertiva anche a cercarle sul dizionario di italiano, però.
Mi ha fatto tornare in mente quando a scuola si cominciava a studiare la lingua straniera, e le prime ricerche fatte sul dizionario bilingue: che le prime cose che si imparano in una nuova lingua, si sa, sono le parolacce. Non sapevo che ci fosse chi si divertiva anche a cercarle sul dizionario di italiano, però.
lunedì, marzo 7
Shark Tale
Il nuovo film animato della Dreamworks ci ha delusi.
Graficamente ineccepibile, l'idea è buona: una New York sottomarina terrorizzata dagli squali, forti del loro essere in alto nella catena alimentare e proposti qui come "famiglia" in cui De Niro riveste i panni del Padrino e Scorsese quelli di pescepalla-tirapiedi.
Il plot è "facile": Will Smith è il pesciolino scemotto e ambizioso che diventa amico dello squalo vegetariano, figlio reietto di Don Lino, si costruisce una popolarità basata su una bugia, rischia di perdere la migliore amica segretamente innamorata di lui (Renée Zellweger) e tutto rotola molto semplicisticamente verso un finale edificante in perfetto "disney-style", che magari piacerà molto ai bambini ma io l'ho trovato esagerato.
La comicità è tutta basata su citazioni cinefile, giochi di parole e un sacco di riferimenti che solo il pubblico americano può cogliere. E sono quasi tutte concentrate nella prima mezz'ora, il resto del film è piuttosto vuoto, invece, e in alcuni punti decisamente noiso.
Non ho capito poi il ruolo del crostaceo folle che sembrerebbe uno di quei "borderline" destinati alla fine a risolvere magari accidentalmente tutta la situazione, ma che qui invece non ha alcuna funzionaltà: forse volevano riproporre un altro personaggio simile all'animaletto con la ghianda dell'Era glaciale, non riuscendoci, perché non riesce affatto a far ridere.
Infine, la versione italiana, con la voce inascoltabile di De Laurenti, peggiora di molto la situazione.
Insomma, un filmetto leggerino che si fa guardare, ma non convince del tutto, e regala giusto qualche minuto di divertimento ovattato.
Graficamente ineccepibile, l'idea è buona: una New York sottomarina terrorizzata dagli squali, forti del loro essere in alto nella catena alimentare e proposti qui come "famiglia" in cui De Niro riveste i panni del Padrino e Scorsese quelli di pescepalla-tirapiedi.
Il plot è "facile": Will Smith è il pesciolino scemotto e ambizioso che diventa amico dello squalo vegetariano, figlio reietto di Don Lino, si costruisce una popolarità basata su una bugia, rischia di perdere la migliore amica segretamente innamorata di lui (Renée Zellweger) e tutto rotola molto semplicisticamente verso un finale edificante in perfetto "disney-style", che magari piacerà molto ai bambini ma io l'ho trovato esagerato.
La comicità è tutta basata su citazioni cinefile, giochi di parole e un sacco di riferimenti che solo il pubblico americano può cogliere. E sono quasi tutte concentrate nella prima mezz'ora, il resto del film è piuttosto vuoto, invece, e in alcuni punti decisamente noiso.
Non ho capito poi il ruolo del crostaceo folle che sembrerebbe uno di quei "borderline" destinati alla fine a risolvere magari accidentalmente tutta la situazione, ma che qui invece non ha alcuna funzionaltà: forse volevano riproporre un altro personaggio simile all'animaletto con la ghianda dell'Era glaciale, non riuscendoci, perché non riesce affatto a far ridere.
Infine, la versione italiana, con la voce inascoltabile di De Laurenti, peggiora di molto la situazione.
Insomma, un filmetto leggerino che si fa guardare, ma non convince del tutto, e regala giusto qualche minuto di divertimento ovattato.
sabato, marzo 5
Sanremo: giorno 4.
Saltato il giorno tre, perché una sera di pausa per fare qualcosa di diverso che non guardare San Remo mi è sembrata legittima.
Quindi, ieri sera: premio per la miglior "versione alternativa" alla Ruggiero, con i due "mostri-chitarristi", un arrangiamento che ha dato molti punti in più alla canzone.
La mia previsione per i primi tre posti:
1. Franceso Renga
2. Niky Nicolai e Di Battista Jazz Quartet
3. Antonella Ruggiero
Quindi, ieri sera: premio per la miglior "versione alternativa" alla Ruggiero, con i due "mostri-chitarristi", un arrangiamento che ha dato molti punti in più alla canzone.
La mia previsione per i primi tre posti:
1. Franceso Renga
2. Niky Nicolai e Di Battista Jazz Quartet
3. Antonella Ruggiero
giovedì, marzo 3
Sims 2: mondi paralleli
Il nuovo Sims2 ha un programma di grafica meraviglioso che permette di caratterizzare al massimo il proprio sim dal punto di vista fisico. L'altra sera ci siamo divertiti io e Manu (a casa sua che il mio pc dell'era della pietra non me lo supporta, sic!) a creare i nostri alter-ego: modificando i tratti somatici e impostando anche le tendenze caratteriali. Bellissimo!
Ieri Manu mi telefona dicendo che aveva giocato con i nostri sim: si erano sposati, avevano fatto casa insieme, erano tutti innamorati, avevano trovato lavoro. Il nostro futuro, che bello!
Poi mi richiama tutto triste.
"Che è successo?" gli fo io.
"Te sei rimasta subito incinta"
"Eh, ti pareva!"
"Stavi tutto il giorno in casa a strafogarti di mangiare"
Uhm, troppo verosimile questo gioco.
"Io avevo come desiderio di stringere amicizia con un'altra, una tale Jennifer..."
EEEH?!?
"... allora l'ho chiamata e sono uscito con lei..."
EEEH?!?
"... siamo andati al parco, si parlava, siamo diventati amici... poi lei si è innamorata e ci siamo baciati"
EEEH?!?
Veloci questi Sims.
"Poi c'era una opzione guarda le nuvole, l'ho guardate, mi è arrivato un fulmine in capo e sono morto"
Tiè!
C'è giustizia anche nei video games!
Ieri Manu mi telefona dicendo che aveva giocato con i nostri sim: si erano sposati, avevano fatto casa insieme, erano tutti innamorati, avevano trovato lavoro. Il nostro futuro, che bello!
Poi mi richiama tutto triste.
"Che è successo?" gli fo io.
"Te sei rimasta subito incinta"
"Eh, ti pareva!"
"Stavi tutto il giorno in casa a strafogarti di mangiare"
Uhm, troppo verosimile questo gioco.
"Io avevo come desiderio di stringere amicizia con un'altra, una tale Jennifer..."
EEEH?!?
"... allora l'ho chiamata e sono uscito con lei..."
EEEH?!?
"... siamo andati al parco, si parlava, siamo diventati amici... poi lei si è innamorata e ci siamo baciati"
EEEH?!?
Veloci questi Sims.
"Poi c'era una opzione guarda le nuvole, l'ho guardate, mi è arrivato un fulmine in capo e sono morto"
Tiè!
C'è giustizia anche nei video games!
Sanremo: giorno 2.
Personalmente tutto l'ambaradàn da reality (sigla-medley, eliminazione con tanto di poltrona-vuota, opinionisti-disturbatori) mi piace.
Al secondo ascolto confermo la prima impressione avuta sulle canzoni: piattume.
Per quanto riguarda i gggiovani, discreti i Negramaro e la D'angi.
Al secondo ascolto confermo la prima impressione avuta sulle canzoni: piattume.
Per quanto riguarda i gggiovani, discreti i Negramaro e la D'angi.
mercoledì, marzo 2
A questo punto mi aspetto solo le tagliatelle di nonna Pina
Son di rito giusto due o tre commentini sparsi sulla prima serata di San Remo.
Intanto: spettacolo e canzoni insieme come livello si appiattiscono sul medio basso, alternando momenti di colpo di sonno a momenti di ilarità, questi ultimi per merito non di Bonolis, però, o delle preparate (male) gag con la Clerici.
La Clerici è la migliore del trio femminile, comunque, ma certo, ed ecco a cosa son dovuti i momenti di ilarità, la bimbetta dislessica con le labbra rifatte dallo stesso chirurgo della Moric non la si può considerare seriamente, così come non si può giudicare l'unico agghiacciante collegamento con Miss Italia dalla giuria demoscopica (oltre tutto vestita e pettinata malissimo, la Cristina non la giuria).
Ma dicevo della Clerici, è sempre la migliore lei: i vestiti erano stupendi, specie quello blu che le donava decisamente di più come colore, così come il trucco e la sua solita pettinatura, perfetta. Mi auguro comunque che da qui a sabato almeno una volta mi canti "Le tagliatelle di nonna Pina" o sennò non son contenta.
Le canzoni: zero sorprese. Bella quella di Renga. Delusione per la nuova cantante dei Matia Bazar: esagerata, troppo Mina-style, e non si è capito neanche una parola. E mezza delusione per Niky Nicolai ecc. che non conoscevo ma da un jazz quartet mi aspettavo tutt'altro. Nicola Arigliano: mito!
Intanto: spettacolo e canzoni insieme come livello si appiattiscono sul medio basso, alternando momenti di colpo di sonno a momenti di ilarità, questi ultimi per merito non di Bonolis, però, o delle preparate (male) gag con la Clerici.
La Clerici è la migliore del trio femminile, comunque, ma certo, ed ecco a cosa son dovuti i momenti di ilarità, la bimbetta dislessica con le labbra rifatte dallo stesso chirurgo della Moric non la si può considerare seriamente, così come non si può giudicare l'unico agghiacciante collegamento con Miss Italia dalla giuria demoscopica (oltre tutto vestita e pettinata malissimo, la Cristina non la giuria).
Ma dicevo della Clerici, è sempre la migliore lei: i vestiti erano stupendi, specie quello blu che le donava decisamente di più come colore, così come il trucco e la sua solita pettinatura, perfetta. Mi auguro comunque che da qui a sabato almeno una volta mi canti "Le tagliatelle di nonna Pina" o sennò non son contenta.
Le canzoni: zero sorprese. Bella quella di Renga. Delusione per la nuova cantante dei Matia Bazar: esagerata, troppo Mina-style, e non si è capito neanche una parola. E mezza delusione per Niky Nicolai ecc. che non conoscevo ma da un jazz quartet mi aspettavo tutt'altro. Nicola Arigliano: mito!