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lunedì, maggio 30

Quo Vadis, Baby? 

Quo Vadis, Baby? è un film dal fascino dark e squisitamente femminile. Forse non è un caso che sia piaciuto a me e non a Manuele.
Costruito tutto intorno alla protagonista, Giorgia Cantini (una straordinaria Angela Baraldi), una "dura", un investigatore privato che passa le sue serate a dividersi la scatoletta con il gatto e le giornate tra i drammi familiari dei suoi clienti e la palestra dove tira di boxe, che non ama il cinema né la buona cucina. L'indagine, che coinvolge il suo passato (la morte in coicidenze analoghe della madre e della sorella Ada) non è che un pretesto per parlare di lei, per indagare il suo intimo, e per farle chiudere definitivamente i conti con quello che è stato. In definitiva un "romanzo di formazione".
E se la trama è delle più classiche che ci sia, addirittura scontata e in alcuni punti sciatta e monotona, l'ambientazione, la fotografia, anche grazie credo (io non me ne intendo) al fatto che il film sia interamente girato in digitale, è da applausi.
Insomma, un film che si nutre di piccole cose, di perle di personaggi e di dialoghi, che parla anche tanto di cinema, con un tributo, a partire dal titolo, ad un grande "cult movie" e che suggestiona anche grazie ad una azzeccatissima colonna sonora: in proposito tengo a sottolineare la bellissima Impressioni di settembre, sia nella versione originale dei PFM sia cantata dalla stessa talentuosa Baraldi.

giovedì, maggio 26

Quando sei nato non puoi più nasconderti 

Giordana riesce meglio nelle opere a più ampio respiro, come il bellissimo La meglio gioventù (ne scrissi brevemente - com'è abitudine di questo blog per altro, e spero che di ciò ce ne sarete grati - qui e qui). E come dimostra, secondo me, il suo nuovo.
Non che sia un brutto film, ma è terribilmente limitato.
Limitato da un preambolo troppo lungo e didascalico, dal rischio continuo e purtroppo in alcuni punti verificatosi di scivolare sul luogo comune, da un patetismo che viene fuori prepotentemente in tutta la seconda parte, infine da una disattenzione nei confronti dei personaggi. E questa è per me la carenza più grossa: mancano punti di riferimento emotivi; si rimane generalmente ma moderatamente toccati da tutta la vicenda, ma ammettiamolo, non più di quanto lo siamo tutti i giorni quando leggiamo il quotidiano, non quanto dovremmo esserlo guardando un film che parla di argomenti così a noi vicini. E questo perché di questi qua, alla fin fine, di Sandro, del Popi, di Radu e Alina, non ce ne importa proprio nulla: non riesce, Giordana, in due ore di pellicola a farceli entrare nel cuore, nemmeno un poco.
Comunque, non è un brutto film, ci tengo a riprecisarlo, e merita, quanto meno per la lunga e suggestiva, e quella davvero bella, sequenza di Sandro in mare: quelle riprese a pelo d'acqua...

lunedì, maggio 23

The Final Robin 

Per una settimana sono stata senza adsl perciò non ho potuto scrivere sul blog diverse cose che avrei voluto. E' strano come i post mi si materializzino nella testa con molta più frequenza e in modo più nitido quando sono impossibilitata a scriverli, ci sono periodi invece che per giorni bivacco stancamente davanti al computer senza un minimo di impulso ad aggiornare... misteri.
Tra le varie cose c'è un film che abbiamo visto già più di una settimana fa e che mi ha colpito per la sua ingenuità veramente disarmante.
Si tratta di The Final Cut, un film che non so perché mi ero fissata a voler vedere, che aveva un bel trailer e un buon cast. E anche una buona idea: un impianto nel cervello capace di registrare i ricordi di tutta una vita. Robin Williams è un "montatore": restituisce ai parenti del caro estinto un filmino edulcorato e zuccheroso fatto ad arte sbobinando tutto il materiale immagazzinato nel chip.
Il problema è che questa buona idea non è supportata né da un'ambientazione (il "futuro" in cui presumibilmente si dovrebbe aver raggiunto un livello avanzatissimo di tecnologia è identico al presente) né da una storia degne.
Tutta la sceneggiatura è piena di falle e le "trovate" per far prendere al racconto determinate pieghe sono decisamente imbarazzanti.
Sembra che questi si siano ritrovati al momento di girare senza abbastanza soldi e senza una chiara idea di cosa volevano ottenere.
Peccato, perché lo spunto davvero mi piaceva. E, ripeto, avevano un ottimo cast... E' come se ti compri una casa bellissima, proprio un villone da sogno, e non c'hai i soldi per comprarci dei bei mobili, né il gusto per abbellirla con poco. Uno spreco.
Robin Williams è bravo e non capisco perché negli ultimi anni si ostini a voler interpretare questi thriller zoppicanti, quando io trovo che sia assolutamente portato per i ruoli leggeri e i film immaginifici.
Forse non gli offrono niente di meglio, ma ci credo poco.

Era una bufala e io sono un credulone... (Neri-files 2) 

Post-edit 5.20: Ok ok ok... sto allo scherzo (brutto pero' fare gli scherzi alle 3 di notte! Non è onesto! :-), per cui non cambio una parola delle 4 stupidaggini che ho buttato giù a caldo. ROTFL. ^__^

Riguardo al post precedente mi riprendo dallo stupore e leggo meglio quello che è scritto sui possibili motivi della chiusa del blog di Gianluca Neri.

# (18 U.S.C.) § 798: Disclosure of classified information

* "Chapter (a): ...Whoever knowingly and willfully communicates, furnishes, transmits, or otherwise makes available to an unauthorized person, or publishes, or uses in any manner prejudicial to the safety or interest of the United States or for the benefit of any foreign government to the detriment of the United States any classified information [...] Shall be fined under this title or imprisoned not more than ten years, or both."


Questo credo sia il caso di Gianluca Neri. Addirittura si paventa un "imprisoned not more than ten years", ma il punto che non capisco è un altro: ma la Rete è di proprietà esclusiva degli Stati Uniti oppure, a parti inverse, anche la Polizia Postale Italiana avrebbe potuto chiudere un sito statunitense per la pubblicazione di documenti classificati? Confesso la mia ignoranza dal punto di vista legale.

Altro punto, quello su cui immagino questa divertente storia si concluderà: il file classificato l'hanno pubblicato LORO. Il Neri non ha mostrato niente di diverso, niente di segreto. Oppure se un governo nasconde una sequoia dietro un cespuglio bisogna sorridere e far finta di niente?

Infine l'ultimo punto, quello su cui in effetti ci sarebbe da riflettere seriamente. La libertà di informazione e di libera circolazione delle notizie da una parte e il segreto militare dall'altra. Dove sta il punto di equilibrio? Secondo il mio modestissimo parere il punto di equilibrio non esiste.
Ogni governo ha tutti gli strumenti necessari per coprire i suoi segreti. Se questi segreti sfuggono di mano è incapacità di chi li custodiva e basta.
I provvedimenti a posteriori sono inutili e stupidi, perché appena scatta la fuga di notizie non è possibile rimediare in alcun modo. Se perdi il controllo per una frazione anche minima di tempo, l'hai perso per sempre.

E' una bufala e io sono un credulone (era Macchianera chiuso!) 

Edit 5.20: Accidenti a chi non va a letto presto la sera... :)
Ma sono uno sportivo e lascio tutto com'era, per ricordarmi di quanto sono bietola -__-'


Ma è roba da pazzi... senza il senso del ridicolo :-O
Gianlunca Neri chiuso dall'unità anti-terrorismo!

E complimenti pure alla tempestività, visto che presumo sia un incidente dovuto alla storia delle pecette nere...

Link a Macchianera

Edit: mi ero scordato di salvare uno Screenshot

Naturalmente esprimo tutta la mia solidarietà a Gianluca Neri, però l'episodio è da barzelletta. (post edit: e perché credo ancora alle barzellette? ROTFL :))

domenica, maggio 22

Donna per caso 

Di Jonathan Coe avevo letto La casa del sonno e mi era piaciuto tantissimo (ne avevo scritto con toni entusiastici qui).
Ero molto curiosa di questo Donna per caso, sia per il titolo sia perché è il suo primo romanzo, e purtroppo ne sono rimasta delusa. Il libro è scritto indubbiamente bene, l'idea non è scema, ma la storia è molto poco interessante, la protagonista fa antipatia fin dal primo capitolo, e l'atteggiamento "ruffiano" del narratore se all'inizio dà colore e originalità al racconto, nel giro di poco tende a stancare.
Insomma una lettura di cui si può fare a meno, direi.

giovedì, maggio 19

Realtà e Immaginazione... e Reality 

Questa sera debutta il nuovo reality show della signora Costanzo, che si chiama Vero Amore. L'ideona è questa: mandano delle coppie di fidanzati in vacanza a "testare" la solidità del loro amore. Insomma, è proprio un'idea fantastica, rivoluzionaria, mitologica, non per niente viene dall'america!

Vabbe', c'è poco da farla lunga. Chi ha visto questo film (qua la recensione di Fringe) può capire il motivo della mia beota allegria. Per chi non l'ha visto l'unica cosa da dire è che la trasmissione della De Filippi altro non è che la stessa idea che ha avuto il regista Frank Oz per descrivere una parodia di televisione, mostrando una puntata pilota del mitico reality "C'è di meglio in giro!". Quando la realtà (ehm il reality) supera l'immaginazione più cattiva...

giovedì, maggio 12

Come prima tour 

Seguo il consiglio di Fringe: non solo lo trovo carino, ma anche doveroso per un blog "cinefilo" segnalare questa iniziativa.
Ecco il banner:



Informatevi e promuovete!

martedì, maggio 10

Old Boy 

Old Boy è un film impressionate, non mi viene a mente un aggettivo migliore ("bello" non gli renderebbe giustizia e "capolavoro" non mi sentirei di chiamarlo).
E' impressionante fin dai titoli di testa, tra i migliori titoli di testa che ricordi, e lo è in quasi tutte le sue sequenze. Ti si appiccica agli occhi e ti fa provare una lunga carrellata di emozioni sfumanti l'una nell'altra: dalla commozione all'indignazione, dall'ilarità al disgusto.
La regia di Park è impressionante: la scena del duello nel corridoio è senzaltro da manuale. E impressionante è la prestazione di Choi Min-sik: il suo volto segnato è indimenticabile, così come il suo passare dalla svagatezza un po' cogliona alla tremenda furia vendicatrice.
Se un difetto in questo film c'è forse è in un accumularsi di temi nella seconda parte, insieme al progressivo svelamento del giallo, che rendono la narrazione più faticosa, meno fluida e d'impatto come quella della prima parte.
Insomma, una felice commistione tra manga e tragedia greca che merita davvero di essere vista.

Un discorso a margine merita invece il cinema in cui abbiamo assistito alla proiezione, il Cineplex di Pontedera, il cinema con il pubblico più molesto che ci sia: mi chiedo ma perché la gente va a vedere certi film solo per stare a sghignazzare a commentare a voce alta e alla fine per dire che era uno schifo e che rivuole indietro i soldi? Ma se è così perché non vanno a vedere Missione tata invece di rischiare una meritatissima tortura dei denti con tanto di sottofondo musicale?