sabato, ottobre 30
Porte aperte per chi parte...
Continuo a guardare O.C., non tanto perché mi piaccia veramente, più per avere qualcosa da seguire, visto che al momento non ho nuove serie tv a cui star dietro. E poi gli autori (vecchie volpi della "trash tv", a quanto pare) alternano puntate carine e godibili a vere stupidaggini, così non riesco a staccarmene completamente.
Ad ogni modo, le due cose che, a mio immodesto parere di "svezzata a telefilm americani e cartoni giapponesi", proprio non funzionano qui sono: uno, che non c'è una vera protagonista femminile in cui potersi identificare, dal momento che Marissa è di un'antipatia unica e Summer è appena troppo "sopra le righe". Due, la ripetitività, non tanto a livello di storia, che andrebbe anche bene, ma di scene: quasi tutto si svolge tra la cucina dei Cohen e varie soglie di portoni di casa. Magari così risparmiano sull'allestimento del set, ma a me dànno un senso di transitorietà tutte queste porte che si aprono e chiudono, e quindi di una vicenda che rimane perennemente in sala di attesa senza decollare.
Ad ogni modo, le due cose che, a mio immodesto parere di "svezzata a telefilm americani e cartoni giapponesi", proprio non funzionano qui sono: uno, che non c'è una vera protagonista femminile in cui potersi identificare, dal momento che Marissa è di un'antipatia unica e Summer è appena troppo "sopra le righe". Due, la ripetitività, non tanto a livello di storia, che andrebbe anche bene, ma di scene: quasi tutto si svolge tra la cucina dei Cohen e varie soglie di portoni di casa. Magari così risparmiano sull'allestimento del set, ma a me dànno un senso di transitorietà tutte queste porte che si aprono e chiudono, e quindi di una vicenda che rimane perennemente in sala di attesa senza decollare.
venerdì, ottobre 29
Beati gli smemorati (Se mi lasci ti cancello)
Il film originariamente si intitolava Eternal Sunshine of the Spotless Mind, un titolo decisamente bello e azzeccato. Non mi voglio nemmeno chiedere perché sia stato così brutalmente convertito in italiano (ne hanno parlato numerosi bloggers per altro, tra i quali kekkoz qui); so soltanto che per questo ci siamo dovuti guardare una delle pellicole più carine che abbiamo mai visto, senzaltro la migliore dall'inizio della stagione ad ora, con dei deficienti che sghignazzavano e imprecavano dietro di noi perché, a detta loro, "non faceva ridere" ed era una vera "inculata".
Comunque, quello che mi è piaciuto di questa storia strampalata e dolcissima, è che alla fine è soltanto una maniera non banale e stimolante per raccontare una storia d'amore normalissima e finita male, ma pur sempre una storia d'amore e quindi tale da meritare una seconda occasione.
La sceneggiatura è tutta giocata sul sentimento, naturale, che si prova quando una storia finisce: la voglia di dimenticare, di non pensare più a quella persona, di cancellare i ricordi, specie quelli più belli, che fanno soffrire di più.
Il punto di forza di tutto il racconto è la sua perfetta coerenza interna: nonostante l'assurdità della situazione, tutto alla fine "torna", senza sbavature, e l'atmosfera riesce a "catturare" in una maniera impressionante. Almeno noi.
Comunque, quello che mi è piaciuto di questa storia strampalata e dolcissima, è che alla fine è soltanto una maniera non banale e stimolante per raccontare una storia d'amore normalissima e finita male, ma pur sempre una storia d'amore e quindi tale da meritare una seconda occasione.
La sceneggiatura è tutta giocata sul sentimento, naturale, che si prova quando una storia finisce: la voglia di dimenticare, di non pensare più a quella persona, di cancellare i ricordi, specie quelli più belli, che fanno soffrire di più.
Il punto di forza di tutto il racconto è la sua perfetta coerenza interna: nonostante l'assurdità della situazione, tutto alla fine "torna", senza sbavature, e l'atmosfera riesce a "catturare" in una maniera impressionante. Almeno noi.
giovedì, ottobre 28
Ricominciamo
Riformattare il computer è come uscire da una lunga malattia: si ricomincia a vivere, debilitati, affannati, ma con un entusiasmo tutto nuovo.
E' una nuova avventura.
Ed è comunque sempre eccitante, ricominciare.
L'entusiasmo si potrebbe un po' bloccare davanti a certe difficoltà, come la mole di lavoro accumulatesi nel tempo della degenza, il corpo infiacchito da dover riabilitare agli sforzi dell'attività fisica e, fuori di metafora, tutte le informazioni che nel passaggio inevitabilmente vanno perdute: l'indirizzario, le vecchie mail, file mp3, partite salvate di The Sims.
Tutte cose a cui si può far fronte, comunque, e che si accettano ben volentieri, pensando a quello che di positivo ha portato la nuova situazione: gli anticorpi rafforzati, una seconda occasione.
Più difficile è accettare invece che qualcosa non abbia funzionato, come una ricaduta... o il fatto che questo dannato aggeggio non riesce di starmi collegato a internet per più di quindici minuti filati.
Accidenti!
E' una nuova avventura.
Ed è comunque sempre eccitante, ricominciare.
L'entusiasmo si potrebbe un po' bloccare davanti a certe difficoltà, come la mole di lavoro accumulatesi nel tempo della degenza, il corpo infiacchito da dover riabilitare agli sforzi dell'attività fisica e, fuori di metafora, tutte le informazioni che nel passaggio inevitabilmente vanno perdute: l'indirizzario, le vecchie mail, file mp3, partite salvate di The Sims.
Tutte cose a cui si può far fronte, comunque, e che si accettano ben volentieri, pensando a quello che di positivo ha portato la nuova situazione: gli anticorpi rafforzati, una seconda occasione.
Più difficile è accettare invece che qualcosa non abbia funzionato, come una ricaduta... o il fatto che questo dannato aggeggio non riesce di starmi collegato a internet per più di quindici minuti filati.
Accidenti!
mercoledì, ottobre 27
Campione del mondo!
Oggi la Tilsit ha diramato questo comunicato via newsletter.
Francesco Ferrari, 23 anni, milanese, è il nuovo campione del mondo de "I coloni di Catan", attualmente il gioco da tavolo più famoso del mondo. La finale si è svolta ad Essen, in Germania, nell´ambito della manifestazione ludica International Spieltage SPIEL´04 domenica 24 ottobre ed ha visto la partecipazione di 48 finalisti, provenienti dalle selezioni nazionali di ogni parte del mondo. Francesco si era laureato Campione italiano lo scorso 26 settembre a Modena durante il ModCon 2004, uno degli appuntamenti ludici preferiti dai giocatori italiani; durante la convention si è svolta la fase finale del Campionato italiano organizzato dalla Tilsit Italia, la casa editrice che possiede l´esclusiva della distribuzione del gioco in Italia.
Emozionante leggere la cronaca della partita:
La finale inizia lentamente come una qualsiasi partita de "I coloni di Catan", le posizioni scelte da Francesco Ferrari per le sue colonie iniziali sono, a detta di tutti, le migliori possibili, è chiaro fin dal principio che Francesco punta a migliorare i propri scambi ed infatti dopo pochissimi turni riesce a costruire un Porto per lo scambio 3:1, gli avversari cominciamo a temerlo ed il Brigante fa soste sempre più lunghe sui suoi territori specialmente sulla Montagna con un "8" su cui si affacciano due Colonie. Nonostante tutto Francesco riesce a costruire anche il porto della Roccia ed a giocare due Cavalieri. Sembra essere diventato il pericolo pubblico della finale quando tutti cominciano a notare che Katsumi Takahashi senza troppi clamori ha già un porto dell´Argilla con Colonia ed una Città sull´unica Collina che abbia un numero decente. Per un po´ il Brigante si trasforma in un Ninja ed adombra il sorriso perenne del giapponese che, nonostante questo, ottiene la Strada più lunga. A questo punto Claus Sorensen, il danese, comincia rimontare, ottiene il Cavaliere più potente e si avvicina prepotentemente alla meta. La partita sembra un testa a testa tra il giapponese ed il danese che arrivano entrambi a nove punti mentre Francesco silenziosamente tesse la sua tela, solo un Monopolio giocato dallo scozzese Colin McKenna, peraltro mai entrato veramente in partita, rallenta il danese e dopo aver rischiato che uno dei due chiudesse la partita Francesco esce allo scoperto rubando con un colpo di mano la strada più lunga al giapponese, gioca una Costruzione di strade che aveva conservato fin dall´inizio più altre due Strade, adesso è lui a nove punti col danese, entrambi non riescono a chiudere per due interminabili turni mentre il giapponese riesce a ritornare a nove punti quando finalmente Francesco costruisce una Città arrivando ai fatidici 10 punti e portando a casa il prestigioso titolo di Campione del mondo 2004 de "I coloni di Catan".
MITICO!
Francesco Ferrari, 23 anni, milanese, è il nuovo campione del mondo de "I coloni di Catan", attualmente il gioco da tavolo più famoso del mondo. La finale si è svolta ad Essen, in Germania, nell´ambito della manifestazione ludica International Spieltage SPIEL´04 domenica 24 ottobre ed ha visto la partecipazione di 48 finalisti, provenienti dalle selezioni nazionali di ogni parte del mondo. Francesco si era laureato Campione italiano lo scorso 26 settembre a Modena durante il ModCon 2004, uno degli appuntamenti ludici preferiti dai giocatori italiani; durante la convention si è svolta la fase finale del Campionato italiano organizzato dalla Tilsit Italia, la casa editrice che possiede l´esclusiva della distribuzione del gioco in Italia.
Emozionante leggere la cronaca della partita:
La finale inizia lentamente come una qualsiasi partita de "I coloni di Catan", le posizioni scelte da Francesco Ferrari per le sue colonie iniziali sono, a detta di tutti, le migliori possibili, è chiaro fin dal principio che Francesco punta a migliorare i propri scambi ed infatti dopo pochissimi turni riesce a costruire un Porto per lo scambio 3:1, gli avversari cominciamo a temerlo ed il Brigante fa soste sempre più lunghe sui suoi territori specialmente sulla Montagna con un "8" su cui si affacciano due Colonie. Nonostante tutto Francesco riesce a costruire anche il porto della Roccia ed a giocare due Cavalieri. Sembra essere diventato il pericolo pubblico della finale quando tutti cominciano a notare che Katsumi Takahashi senza troppi clamori ha già un porto dell´Argilla con Colonia ed una Città sull´unica Collina che abbia un numero decente. Per un po´ il Brigante si trasforma in un Ninja ed adombra il sorriso perenne del giapponese che, nonostante questo, ottiene la Strada più lunga. A questo punto Claus Sorensen, il danese, comincia rimontare, ottiene il Cavaliere più potente e si avvicina prepotentemente alla meta. La partita sembra un testa a testa tra il giapponese ed il danese che arrivano entrambi a nove punti mentre Francesco silenziosamente tesse la sua tela, solo un Monopolio giocato dallo scozzese Colin McKenna, peraltro mai entrato veramente in partita, rallenta il danese e dopo aver rischiato che uno dei due chiudesse la partita Francesco esce allo scoperto rubando con un colpo di mano la strada più lunga al giapponese, gioca una Costruzione di strade che aveva conservato fin dall´inizio più altre due Strade, adesso è lui a nove punti col danese, entrambi non riescono a chiudere per due interminabili turni mentre il giapponese riesce a ritornare a nove punti quando finalmente Francesco costruisce una Città arrivando ai fatidici 10 punti e portando a casa il prestigioso titolo di Campione del mondo 2004 de "I coloni di Catan".
MITICO!
martedì, ottobre 26
Io, Robot
Non faccio la recensione del film, visto che gli amici Kekkoz e Hellbly mi hanno già tolto le parole di bocca.
Trascrivo qua un pezzo tratto dal libro "Io, Robot".
Personaggi:
QT1, detto Cutie, il robot;
Mike Donovan e Gregory Powell, umani, dipendenti della U.S. Robotics.
- Non accetto spiegazioni assurde solo perché mi siete gerarchicamente superiori. Ogni teoria deve avere un suo supporto razionale, altrimenti non è valida. E che mi abbiate creato voi è un'ipotesi che contrasta con tutti i principi della logica.
Powell cercò di calmare Donovan, che aveva stretto le mani a pugno, sfiorandogli un braccio. - Perché dici così?
Cutie si mise a ridere. Era una risata molto poco umana, il suono più meccanico che avesse mai prodotto con la bocca, acuto ed esplosivo, e preciso e scandito come il ticchettio di un metronomo.
- Guardatevi! - disse alla fine. - Lungi da me ogni disprezzo, s'intende, ma guardatevi un po'! Siete fatti di un materiale molle e flaccido, debole e deteriorabile, che è costretto per alimentarsi a dipendere dall'ossidazione alquanto inefficace di materia organica... come quella. - Indicò con disapprovazione ciò che restava del panino di Donovan. - A periodi alterni entrate in una specie di coma e la minima variazione di temperatura, di pressione atmosferica, di percentuale di umidità e di livello di radiazioni pregiudica la vostra efficienza. Siete solo "prodotti di ripego". Io invece sono un prodotto finito. Assorbo energia elettrica direttamente e la utilizzo con un rendimento che è quasi del cento per cento. Ho una struttura di metallo molto forte, non cado mai in stato di incoscienza e posso sopportare facilmente condizioni ambientali critiche. Se si parte dall'assioma lapalissiano che nessun essere può crearne un altro a esso superiore, questi sono tutti fatti che riducono in cenere la vostra assurda teoria.
Isaac Asimov
Trascrivo qua un pezzo tratto dal libro "Io, Robot".
Personaggi:
QT1, detto Cutie, il robot;
Mike Donovan e Gregory Powell, umani, dipendenti della U.S. Robotics.
- Non accetto spiegazioni assurde solo perché mi siete gerarchicamente superiori. Ogni teoria deve avere un suo supporto razionale, altrimenti non è valida. E che mi abbiate creato voi è un'ipotesi che contrasta con tutti i principi della logica.
Powell cercò di calmare Donovan, che aveva stretto le mani a pugno, sfiorandogli un braccio. - Perché dici così?
Cutie si mise a ridere. Era una risata molto poco umana, il suono più meccanico che avesse mai prodotto con la bocca, acuto ed esplosivo, e preciso e scandito come il ticchettio di un metronomo.
- Guardatevi! - disse alla fine. - Lungi da me ogni disprezzo, s'intende, ma guardatevi un po'! Siete fatti di un materiale molle e flaccido, debole e deteriorabile, che è costretto per alimentarsi a dipendere dall'ossidazione alquanto inefficace di materia organica... come quella. - Indicò con disapprovazione ciò che restava del panino di Donovan. - A periodi alterni entrate in una specie di coma e la minima variazione di temperatura, di pressione atmosferica, di percentuale di umidità e di livello di radiazioni pregiudica la vostra efficienza. Siete solo "prodotti di ripego". Io invece sono un prodotto finito. Assorbo energia elettrica direttamente e la utilizzo con un rendimento che è quasi del cento per cento. Ho una struttura di metallo molto forte, non cado mai in stato di incoscienza e posso sopportare facilmente condizioni ambientali critiche. Se si parte dall'assioma lapalissiano che nessun essere può crearne un altro a esso superiore, questi sono tutti fatti che riducono in cenere la vostra assurda teoria.
Isaac Asimov
sabato, ottobre 23
Lucca Comics
Il prossimo fine settimana il sottoscritto lo trascorrerà interamente QUA.
E a noi che ce frega, Manuè?
Beh, niente... in effetti non so neppure perché ve lo dico :-o)
E a noi che ce frega, Manuè?
Beh, niente... in effetti non so neppure perché ve lo dico :-o)
venerdì, ottobre 22
La vita che vorrei
Ciò che salva questo film da una banale storia d'amore, con lui cinico e "di successo" e lei romantica e sprovveduta è il doppio piano della narrazione: il film nel film, che così come il famoso "teatro nel teatro", o "metateatro", dovrebbe rappresentare la realtà (così nella celebre scena della rappresentazione dell'omicidio del padre di Amleto che serve a smascherare Claudio).
Qui i due protagonisti sono due attori che vivono sul set una storia parallela e simile a quella che vivono nella vita, una storia piuttosto tormentata, contrastata, da una parte dalle convenzioni sociali ottocentesche e dal pregiudizio, dall'altra dalla mancanza di fiducia e dall'incapacità di lasciarsi andare ai sentimenti.
Ma quello che a me è piaciuto è la rappresentazione del mondo del cinema, con tutto quello che c'è intorno: i provini, il set, il regista, i produttori, le anteprime, i giornalisti. E, da un punto di vista meramente estetico, il "dialogo" tra i due piani del film, quello reale e quello fittizio: alcuni stacchi di regia, alcuni parallelismi.
I due attori sono bravi, come già si sapeva, anche se ancora non mi riesce di vederceli bene insieme, proprio "fisicamente" dico: ma questo semmai è un problema mio, che non mi piacciono le coppie in cui lei è più alta, e sembra anche più vecchia, di lui.
Qui i due protagonisti sono due attori che vivono sul set una storia parallela e simile a quella che vivono nella vita, una storia piuttosto tormentata, contrastata, da una parte dalle convenzioni sociali ottocentesche e dal pregiudizio, dall'altra dalla mancanza di fiducia e dall'incapacità di lasciarsi andare ai sentimenti.
Ma quello che a me è piaciuto è la rappresentazione del mondo del cinema, con tutto quello che c'è intorno: i provini, il set, il regista, i produttori, le anteprime, i giornalisti. E, da un punto di vista meramente estetico, il "dialogo" tra i due piani del film, quello reale e quello fittizio: alcuni stacchi di regia, alcuni parallelismi.
I due attori sono bravi, come già si sapeva, anche se ancora non mi riesce di vederceli bene insieme, proprio "fisicamente" dico: ma questo semmai è un problema mio, che non mi piacciono le coppie in cui lei è più alta, e sembra anche più vecchia, di lui.
lunedì, ottobre 18
Caro Babbo Natale...
Comincio già a pensare, con largo anticipo, alla letterina da scrivere a Babbo Natale.
E in cima ai miei desideri (non accontentabili, purtroppo, temo...ma tentar non nuoce mai) ci sta un computer nuovo per sostituire il mio vecchio di quasi quattro anni.
Non chiedo chissà cosa: mi basterebbero i requisiti minimi per supportare questo.
E in cima ai miei desideri (non accontentabili, purtroppo, temo...ma tentar non nuoce mai) ci sta un computer nuovo per sostituire il mio vecchio di quasi quattro anni.
Non chiedo chissà cosa: mi basterebbero i requisiti minimi per supportare questo.
giovedì, ottobre 14
Hero
Ieri sera, uscita dal cinema dopo aver visto Hero, ho pensato che non sarei stata capace di esprimere un vero giudizio sul film: belle scene, spettacolari, ma dialoghi niente di che e la storia... mmm... Ho pensato che non sapevo se realmente mi era piaciuto o meno.
Stamani mattina mentre facevo colazione, ripensandoci, mi è venuto in mente Paolo Uccello e la sua Battaglia di San Romano (tre tavole di cui una a Firenze, le altre due a Parigi e Londra), San Romano che tra l'altro è pure vicino casa mia (c'è la stazione dove prendo il treno).
La caratteristica principale delle sue opere era che avevano due colori dominanti: il verde e il rosso. La Battaglia di San Romano è una spettacolare battaglia araldica, surreale, geometrica, fortemente scorciata: bellissima da vedere, ma ferma. Paradossalmente il dinamismo che Paolo infonde ai cavalli si tramuta in un senso di "immobilismo".
In Hero per l'appunto è questo che ci ho sentito: una spettacolare costruzione di effetti speciali e cromatici. Tutti quei voli, quelle riprese dall'alto sull'imponente esercito, i primi piani su sguardi intensi. E poi l'aristocratica nobiltà dei personaggi: veri eroi mitici, paragonabili ai nostri Enea e Achille, Orlando e Rinaldo, Lancillotto e Tristano. Eroi leggendari, legati alle origini di un impero. Ma solo alla fine, nel triste epilogo della storia d'amore tra "Spada spezzata" e "Neve che vola" esce un guizzo di umanità, e forse anche nel dolente personaggio dell'allieva di Spada, che tra l'altro dà vita, con Neve, al più bel combattimento, di tutto il film: quello nel bosco di foglie gialle.
Stamani mattina mentre facevo colazione, ripensandoci, mi è venuto in mente Paolo Uccello e la sua Battaglia di San Romano (tre tavole di cui una a Firenze, le altre due a Parigi e Londra), San Romano che tra l'altro è pure vicino casa mia (c'è la stazione dove prendo il treno).
La caratteristica principale delle sue opere era che avevano due colori dominanti: il verde e il rosso. La Battaglia di San Romano è una spettacolare battaglia araldica, surreale, geometrica, fortemente scorciata: bellissima da vedere, ma ferma. Paradossalmente il dinamismo che Paolo infonde ai cavalli si tramuta in un senso di "immobilismo".
In Hero per l'appunto è questo che ci ho sentito: una spettacolare costruzione di effetti speciali e cromatici. Tutti quei voli, quelle riprese dall'alto sull'imponente esercito, i primi piani su sguardi intensi. E poi l'aristocratica nobiltà dei personaggi: veri eroi mitici, paragonabili ai nostri Enea e Achille, Orlando e Rinaldo, Lancillotto e Tristano. Eroi leggendari, legati alle origini di un impero. Ma solo alla fine, nel triste epilogo della storia d'amore tra "Spada spezzata" e "Neve che vola" esce un guizzo di umanità, e forse anche nel dolente personaggio dell'allieva di Spada, che tra l'altro dà vita, con Neve, al più bel combattimento, di tutto il film: quello nel bosco di foglie gialle.
mercoledì, ottobre 13
Notte in nero
Ricollegandomi al post precedente, sempre in tema di gialli e di macabri resti, ci tenevo a ricordare che stanotte su Rete4 dànno il bellissimo Sette note in nero di Lucio Fulci (programmate i videoregistratori!).
(grazie a Gokachu)
(grazie a Gokachu)
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
Quando leggo queste notizie mi viene da sorridere, pensando che ci sono studiosi che stanno lì a perder tempo intorno a un cranio: che sia o meno quello autentico del sommo poeta certo non avrà più niente da dire a nessuno. In questo caso mi fa anche tenerrezza (e pure un po' specie) l'appello in chiusura di articolo, per cui chi si terrebbe in casa la preziosa reliquia la dovrebbe restituire subito.
Ma più di tutto direi che qui dell'incredibile ce l'ha il nome dell'anatomopatologo (ci credo che poi si è scelto un mestiere così!).
(notizia trovata su Romanzieri.com)
Ma più di tutto direi che qui dell'incredibile ce l'ha il nome dell'anatomopatologo (ci credo che poi si è scelto un mestiere così!).
(notizia trovata su Romanzieri.com)
martedì, ottobre 12
Rivelazioni
La notizia è che mi sono finalmente decisa e iscritta in palestra, e che la prima settimana è stata tutto sommato meno terribile (in termini di figuracce dovute alla mia naturale poca propensione all'attività fisica) di come pensavo.
Ma la cosa che devo scrivere (perché così mi ha detto di fare Manuele... che fidanzatina ubbidiente che sto diventando, eh?) sarebbe una mia riflessione dopo la prima volta che ci sono stata.
Dico a Manuele, un po' triste e sconsolata (la cui tristezza e sconsolazione acuite dalla stanchezza e dai muscoli doloranti): "certo, sono tutte più magre di me, anzi erano proprio tutte secche rifinite... ma che ci vengono a fare? se fossi io secca a quel modo non andrei certo a durare fatica in palestra... me ne starei a casa a mangiare"...
E così ho capito perché sono così irrimediabilmente, e da sempre, in lotta con i chili di troppo!
Ma la cosa che devo scrivere (perché così mi ha detto di fare Manuele... che fidanzatina ubbidiente che sto diventando, eh?) sarebbe una mia riflessione dopo la prima volta che ci sono stata.
Dico a Manuele, un po' triste e sconsolata (la cui tristezza e sconsolazione acuite dalla stanchezza e dai muscoli doloranti): "certo, sono tutte più magre di me, anzi erano proprio tutte secche rifinite... ma che ci vengono a fare? se fossi io secca a quel modo non andrei certo a durare fatica in palestra... me ne starei a casa a mangiare"...
E così ho capito perché sono così irrimediabilmente, e da sempre, in lotta con i chili di troppo!
giovedì, ottobre 7
Ricordarsi di non sottovalutare le conseguenze dell'amore
Eravamo molto incuriositi da questo film, e avevamo voglia di vederlo, perché ne avevamo letto molto bene.
E devo dire che non mi ha deluso: è un affascinante giallo d'atmosfera, girato alla perfezione, con silenzi e tagli e una colonna sonora invasiva e potente, tutto ben calibrato e senza stonature.
Gli attori: sembra quasi fatto apposta che sono tutti figli, fratelli o nipoti d'arte, ma bravissimi e con indubbie ore di volo, caratterizzano i loro personaggi in modo originale e intenso. Il protagonista, in particolare, che fino a più di tre quarti di film sembra troppo inverosimile (a partire dal suo nome: Titta di Girolamo) e sopra le righe per interessare e attrarre lo spettatore, alla fine si rivela in tutta la sua drammatica umanità.
E' un film strano, senzaltro, difficile da giudicare: soprattutto io mi chiedo se la fascinazione che lì per lì ho provato rimarrà, se di questa storia mi ricorderò, che poi è questo il vero metro di giudizio, per me.
Vedremo. Per ora sono comunque contenta di averlo visto.
E devo dire che non mi ha deluso: è un affascinante giallo d'atmosfera, girato alla perfezione, con silenzi e tagli e una colonna sonora invasiva e potente, tutto ben calibrato e senza stonature.
Gli attori: sembra quasi fatto apposta che sono tutti figli, fratelli o nipoti d'arte, ma bravissimi e con indubbie ore di volo, caratterizzano i loro personaggi in modo originale e intenso. Il protagonista, in particolare, che fino a più di tre quarti di film sembra troppo inverosimile (a partire dal suo nome: Titta di Girolamo) e sopra le righe per interessare e attrarre lo spettatore, alla fine si rivela in tutta la sua drammatica umanità.
E' un film strano, senzaltro, difficile da giudicare: soprattutto io mi chiedo se la fascinazione che lì per lì ho provato rimarrà, se di questa storia mi ricorderò, che poi è questo il vero metro di giudizio, per me.
Vedremo. Per ora sono comunque contenta di averlo visto.
mercoledì, ottobre 6
A parte che non capisco da quando in qua il Codacons fa anche il critico cinematografico, e l'utilità che questo possa avere, ma sul contenuto della critica sono ovviamente, come già noto, d'accordo.
lunedì, ottobre 4
L'intervistatore intervistato
Per una volta qualcuno ha intervistato lui.
Da ascoltare.
Da ascoltare.
Re Artù
L'idea di questo film è chiara: dare al personaggio Artù uno spessore storico. E il film infatti si presenta come "La vera storia di Re Artù", con un'espediente che ricorda molto anche "La vera storia di Jack lo Squartatore": lo spettatore si deve subito calare nell'ottica del realismo storico, deve assolutamente credere che quello che vede sia veramente accaduto. Ma è accaduto davvero? E' irrilevante. L'importante è che questa domanda si ponga.
Un Artù quindi restituito alla sua umanità? Niente affatto! E' questa la chiave di volta del film, la cosa che ho maggiormente apprezzato. La figura del prode cavaliere senza macchia e senza paura viene lasciata intatta. La retorica, gli alti ideali, il rispetto per il nemico, il disprezzo di ogni malvagità, l'eroismo puro, tutti questi elementi non subiscono alcun danno in questa ricerca della dimensione storica del mito. Il film è assolutamente capace di giocare su questo contrasto e l'equilibrio dei due elementi (epicità e realismo) e' stato mantenuto con maestria. Insomma, hanno giocato con la grandezza del personaggio di Re Artù con il serio rischio di svilirla e invece l'hanno, se possibile, ancor più fortificata.
Ecco quindi il motivo del voto alto, inatteso anche per me, pensato mentre uscivo dal cinema col sorriso sulle labbra, soddisfatto e divertito, con la memoria alle frasi più "d'effetto", alle azioni più impavide dei cavalieri di Artù. Qua la retorica si spreca, ma come potrebbe essere altrimenti quando si ha a che fare con la leggenda di King Arthur?
Un Artù quindi restituito alla sua umanità? Niente affatto! E' questa la chiave di volta del film, la cosa che ho maggiormente apprezzato. La figura del prode cavaliere senza macchia e senza paura viene lasciata intatta. La retorica, gli alti ideali, il rispetto per il nemico, il disprezzo di ogni malvagità, l'eroismo puro, tutti questi elementi non subiscono alcun danno in questa ricerca della dimensione storica del mito. Il film è assolutamente capace di giocare su questo contrasto e l'equilibrio dei due elementi (epicità e realismo) e' stato mantenuto con maestria. Insomma, hanno giocato con la grandezza del personaggio di Re Artù con il serio rischio di svilirla e invece l'hanno, se possibile, ancor più fortificata.
Ecco quindi il motivo del voto alto, inatteso anche per me, pensato mentre uscivo dal cinema col sorriso sulle labbra, soddisfatto e divertito, con la memoria alle frasi più "d'effetto", alle azioni più impavide dei cavalieri di Artù. Qua la retorica si spreca, ma come potrebbe essere altrimenti quando si ha a che fare con la leggenda di King Arthur?
venerdì, ottobre 1
Ho capito: l'Italia non si porta a casa un Oscar nemmeno quest'anno.